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Visualizzazione dei post da dicembre, 2016

Il figlio del vicino

L’unica persona che mi rivolge parola nel palazzo dove abito a Budapest è il figlio del vicino, un giovanotto sempre sull'attenti e con la tendenza a sopravvalutare le mie capacità. Il ché non mi disturba affatto. Oggi mi ha chiesto se ho combattuto in Russia e, in caso affermativo, se ho mai ucciso un uomo. Mi sfugge ancora per quale strano meccanismo della sua mente bambina, ma il piccolo Martin è convinto che io sia russa e a quanto pare anche abbastanza anziana da aver vissuto la seconda guerra mondiale, nonostante sia ben più giovane di sua madre e piuttosto mediterranea, per non dire italiana. Ogni volta che ci vediamo mi chiede se sono sempre “Claudia Neni” (Neni è come i bambini ungheresi tendono a chiamare gli adulti diversi dai genitori, ma si usa anche per le signore anziane) e io, che in effetti non ho ancora cambiato nome, annuisco e gli chiedo se lui è sempre Martin. Lui mi guarda perplesso e risponde che sì, certo, quello è il suo nome. Faccio domande stupide, no