Passa ai contenuti principali

Ultimatum


Offensiva e masochista,
così mi appare la tua scelta.
Ti sfoghi con tutti
e lasci ignara me,
che ti ascolto da anni.
Non ti ho mai detto di fare quello che non vuoi.
Ti ho sempre seguito.
Ogni mese hai i soldi per vivere grazie a me.
Ti ho dato la possibilità di esprimere i tuoi sentimenti quando a voce non riuscivi a farlo.
Ho accompagnato i tuoi auguri, le tue dichiarazioni, le scuse, le amicizie.
Ti ho fatto passare il tempo quando in classe ti annoiavi.
Ho fatto da ponte a tanti rapporti a centinaia di chilometri di distanza. Ci siamo divertite, di domenica, a scrivere racconti e storie. Ricordi? In quella libreria a San Frediano, col bicchiere di vino rosso.
E come mi ricambi?
Col silenzio.
Invece di prendere una penna e raccontarmi tutto, spiegarmi cosa c'è che non va, tu mi dimentichi.
Ricordati, cara, che se sei una scribacchina non puoi usarmi solo per lavoro.
Tante volte hai detto di amarmi.
Torna a dimostrarlo.

La carta

Commenti

Post popolari in questo blog

I figli e i nipoti di "Papa" Hemingway

A volte mentre leggo i capolavori dei grandi del secolo scorso, mi chiedo come se la passi la loro progenie. Certi talenti potrebbero anche essere genetici e forse un giorno ci troveremo tra le mani un bel romanzo di avventura firmato dal pronipote di Bulgakov o vedremo in classifica i nomi Kipling e Orwell . Di nuovo. Del resto, se fossi la discendente di Juri Gagarin, m’interesserei di astronomia e se invece tra miei avi ci fosse stato, mettiamo, Temistocle , non avrei accantonato la matematica alle prime difficoltà liceali. La storia familiare può anche non influenzarci, ma tende a farlo quando i nomi che ci hanno preceduto sono altisonanti. Per questo mi è sembrata un’idea carina quella di fare una piccola ricerca sugli eredi degli scrittori più amati del secolo breve (che, lo ricordo per chi non lo sapesse, fu chiamato così guardando alle svolte epocali della storia, ritenendo che l’Ottocento fosse il secolo lungo in quanto è iniziato nel 1789 con la Rivoluzione Franc

COME DISEGNARE UN CERCHIO COL COMPASSO

Vorrei saper disegnare. Vorrei saper disegnare qualcosa di più di un cerchio col compasso. Non nel senso che vorrei imparare a disegnarci i quadrati e nemmeno le peonie o la caricatura di Dante, con il compasso. Anzi, per essere precisi non vorrei imparare, vorrei proprio saper disegnare, punto. Anzi, non punto: saper disegnare….qualcosa di più di un cerchio con il compasso. Sia chiaro, non che io aspiri a disegnare dei tondi felici mentre scorrazzano con i loro compassi al guinzaglio, anche se in questo ci vedo un parallelo con il nostro ammaestrare la natura che ci ha creato, o dio. Oddio, ma di che parlo. Vorrei essere capace di disegnare, ma non un cerchio perfetto, da volteggio di compasso. E nemmeno vorrei essere capace di disegnare un cerchio perfetto senza compasso, perché allora mi direbbero: "di cognome fai Giotto!". Se mi chiamassi Giotto di cognome, però, il mio nome sarebbe "Uhm", che è come di solito chiamiamo Giotto, se interpellati sul suo nome d

Mi hai rovinato la vita!

"Buonasera" si fa per dire: tira burrasca, se questo scassabarattoli bussa a mezzanotte e venti. "La lavatrice. Ci da fastidio." "Innegabile." "A quest'ora non si può fare questo rumore con la lavatrice." "Se le dicessi che invece sto dando una festa andrebbe bene?" "Ti ho detto altre volte che non si..." "Non si devono fare le feste. Certo, ricordo. Ma se proprio accadesse tanto varrebbe che avviassi una lavatrice, no? Tanto fracasso per fracasso..." "Spegni la lavatrice, d'accordo?" "Volentieri. Le dò una tinozza allora." "Come?" "Così li porta giù e me li finisce di lavare lei." "Nella mia lavatrice?" "Se le dà noia la mia figuriamoci la sua: no, genio, dicevo a mano! Ah, importante: il vestito nero prima di tutto, che se non s'asciuga entro domani non posso partire. A meno che non me ne dia un altro lei, ma mi pare non sia il suo stile."