
Vorrei saper disegnare qualcosa di più di un cerchio col compasso.
Non nel senso che vorrei imparare a disegnarci i quadrati e nemmeno le peonie o la caricatura di Dante, con il compasso. Anzi, per essere precisi non vorrei imparare, vorrei proprio saper disegnare, punto. Anzi, non punto: saper disegnare….qualcosa di più di un cerchio con il compasso. Sia chiaro, non che io aspiri a disegnare dei tondi felici mentre scorrazzano con i loro compassi al guinzaglio, anche se in questo ci vedo un parallelo con il nostro ammaestrare la natura che ci ha creato, o dio. Oddio, ma di che parlo.
Vorrei essere capace di disegnare, ma non un cerchio perfetto, da volteggio di compasso. E nemmeno vorrei essere capace di disegnare un cerchio perfetto senza compasso, perché allora mi direbbero: "di cognome fai Giotto!". Se mi chiamassi Giotto di cognome, però, il mio nome sarebbe "Uhm", che è come di solito chiamiamo Giotto, se interpellati sul suo nome di battesimo. Un uomo, un cognome (tondo). Il nome non lo sappiamo, di lui ci sono solo le immagini sulle scatole dei pastelli. Stava con un agnellino, ricordo, in un prato con un masso, e disegnava cerchi tutto il giorno, sulla scatola dei pennarelli, delle matite o delle cere. Due scatole, diciamo, per non dire palle e reiterare con i tondi. Preferisco avere un nome diverso da "Uhm" e anche da Dante, il macellaro di dove stavo da piccola e dove il macellaio si chiama così (macellaro, non Dante, ma anche Dante, al tempo, almeno).
Io, sapessi disegnare, disegnerei lo stress.
Disegnerei il rumore quando non sai da dove viene, il suono del telefono quelle volte che suona metallico e ti spaventa e poi rispondi e ti danno una notizia brutta. Disegnerei l'ansia che mettono le automobili mentre tentano di non farti passare, anche se sei già a metà delle strisce. Disegnerei la paura che tutto sparisca. Tra parentesi invisibili, meglio che io non sappia disegnare, vista l'allegria dei soggetti (e dei naufraghi), ma tanto sarebbe. Disegnerei la nausea per l'informazione senza superficie, pare panna e la panna mi nausea solo a vederla. Disegnerei il suono delle sirene, l'inquietudine delle scatole mai svuotate. Disegnerei la dolcezza della parola dolce, quando la posi accanto ad uno sguardo. Disegnerei uno sguardo dolce.
Sì, alla fine disegnerei questo. Lo sguardo dolce di un cerchio col compasso.
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RispondiEliminaOnorato della visita e della fiducia. Mi perfmetto di sbirciare a mia volta.
RispondiEliminaerrata corrige: Anche il sig. Uhm: (com)passa alla storia per il cerchio, ma forse voleva disegnare una stella cometa...