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Di palo in frasca


Non si finisce mai d'imparare. Quand'è che si comincia a dormire quindi?
Solo quando si sarà imparato che dormire serve ad imparare.

Da questa mia deduzione capisco di non aver ancora imparato alcunchè nella vita, o molto poco. Per esempio, ricordo che bisogna fare solo una cosa alla volta e mi sforzo ogni giorno per ampliare la mia capacità di fare molte cose in un colpo solo. Forse faccio in questo modo confusa da insegnamenti contraddittori.
Quando vai a fare il cameriere per le prime volte, infatti, invece di insegnarti a pelare le patate senza lasciare mezzo tubero attaccato alla buccia, ti intimano di non fare viaggi a vuoto con i piatti. Uno per mano e almeno uno per avanbraccio. Le dita sono perfette per infilare almeno sei calici. La cestina del pane puoi portarla senza l'uso di arti, se riesci a soffiarci sotto con abbastanza vigore da farla arrivare in cucina. Tutto questo mentre prendi le ordinazioni dei clienti appena arrivati e raddrizzi l'inutile vaso di fiori sul bordo della pedana (quello che sembra tanto essere stato messo lì solo per agevolarti nel lavoro!).
Ora, devo spendere due righe per fare l'immodesta. A soli 22 anni, ho già vinto 14 volte su 15 il titolo "Entra da un orecchio, esce dall'altro", dimostrando reiterate volte di sapermene sbattere di consigli, principi ed evidenze di sorta. Purtroppo non posso entrare nel Guinness per questo (e ci avrei tenuto!), dato che come ho detto ho vinto solo 14 edizioni su 15.
A parte che nel 2007 ho mancato una gara per un attacco di gastroenterite (il solito che mi ha fatto perdere l'esame -vero- del Sorrentino all'Università) e che da piccola non ero a conoscenza della competizione, una volta ho proprio perso, per una scoperta della giuria.

Nel 1995, la maestra di italiano delle elementari mi disse di non smettere mai di scrivere.
E io, indovinate un po', l'ho ascoltata. E questo me lo ricordo. E mi ricordo anche che se cominci la frase diverse volte con la stessa parola, inclusa la "e", incappi in una figura retorica.

Quindi, prima che arrivi l'anfora (pardon, l'anafora*) , me ne vado a dormire!

*: se non sai cos'è un'anafora ti stimo, perché che riuscivi meglio di me ad astrarti dalle ore di lezione passate ad analizzare la Divina Commedia. O magari hai fatto una scuola fantastica che era esente da questo tributo che dobbiamo pagare a Dante per aver passato tutta la vita a struggersi per una bambina vista di sfuggita e per essere sopravvisuto come sappiamo, con il nasone e la convinzione di essere stato in posti poco credibili. Ad ogni modo: un'anfora non è un'anafora, ma un vaso. Un'anafora non è un vaso, ma una figura retorica in cui si ripetono un termine o una locuzione all'inizio frasi o versi consecutivi. Di grande utilità, si mangia col pane azzimo.

Commenti

  1. Questa è da oscarE per la letteratura, e la villeggiatura XD

    <3 TI stimo, amica.

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