riconoscere il tuo tra i volti senza ricordi che incontro tra i viali intasati di valigette.
All'aeroporto tra le tante lingue sentire la tua,
nuotando al largo,
scambiarci nel correre sulla pista:
tu che vai verso sud,
io incontro all'estremità opposta.
Un giorno ho capito che non era vero,
avevi promesso così come si soffia su una margherita:
per gettare aria fuori
carezzare una guancia con il vento.
Smettere di credere fa bene,
i sogni son tutti spariti,
resta mica l'illusione, l'aspettativa.
Cosa succede è bene,
ché non accade non è mai stato,
nemmeno nella testa e non manca.
Alzare la testa per le vie: facile, adesso,
mi vien quasi un colpo questa mattina quando appannato vedo te.
Di chilometri tanti ne ho messi dal tuo ricordo,
non troppi, forse, eppure credevo.
Parole dove sono, vanno tutte altrove,
a comporre una sola frase, banale, sbagliata.
Destino?
No, non c'è,
solo un biglietto aereo e coincidenze maledette.
Uno sguardo lungo,
un saluto non potrà essere svelto,
discorsi, sorrisi, domande, racconti e un abbraccio, serviranno.
Eri più bello nei miei ricordi
forse anche nel passato.
Gli occhi sempre quelli, via, via.
Eri più bello nei miei ricordi
forse anche nel passato.
Gli occhi sempre quelli, via, via.
Un abbraccio, no. Ci si guarda.
Intesi.
Si tira dritto: tu che vai verso sud, io incontro all'estremità opposta.
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