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Raimondo Vianello


Raimondo Vianello, quasi 88enne, ci ha lasciati.
Una grande carriera alle spalle, sbocciata a 28 anni suonati. E suonati bene.

Fa il suo ingresso nel mondo dello spettacolo nel ruolo di un soldato per la rivista Cantachiaro di Garinei e Giovannini nel 1950.
Ecco che inizia il viaggio: lavora con Macario, Gino Bramieri, Carlo Dapporto. Ugo Tognazzi, con cui farà coppia fissa nelle tante scenette che hanno lasciato preziosi ricordi nel cuore degli italiani. Come dimenticare Un, due, tre il divertentissimo show nel quale i due comici allietavano il pubblico con sketch irriverenti nei confronti dei potenti. Sketch che, tra l’altro, fecero molto discutere e nel ‘59 la censura portò alla chiusura del programma.

Sempre nel 1959, un secondo incontro fondamentale per la sua vita: conosce Sandra Mondaini, che sposa e dalla quale non si separerà più sentimentalmente e professionalmente.
Negli anni Sessanta ricominciano le apparizioni televisive con accanto Sandra, che con la sua comicità e il suo essere frizzante si dimostrava una partner perfetta. Studio Uno sarà il teatro del loro esordio fino agli anni ‘70 inoltrati.

Con il fenomeno delle tv private, Mike Bongiorno passa alle nuove reti e Vianello lo segue poco dopo. E’ così che vediamo nascere le sit-com Casa Vianello e Cascina Vianello diventate poi un appuntamento fisso per le famiglie italiane.

Quando Vianello ha quasi settant’anni, la Rai lo richiama a sé facendogli condurre nel 1998 il Festival di Sanremo: elegante, preciso, esatto, mai esagerato ma sempre simpatico e amato.

Vianello ha anche interpretato sul grande schermo, in alcune occasioni. Due sono quelle più ricordate per la presenza al fianco di Totò: Totò Sceicco e Totò Diabolicus (1962) in cui ormai Vianello era un’affermata star della tv.
Peccato che il suo estro e le sue grandi potenzialità da attore non siano state più sfruttate dai registi di cinema.

Il suo umorismo quasi british, il suo stile inconfondibile lo hanno reso un’icona della comicità e dello spettacolo in Italia. Una verve ed una classe quasi introvabili oggigiorno, e che ci porteremo sempre nel cuore.


I.A.S.

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