
Ad ogni modo, sono appena rientrata dalle vacanze di Natale.
Il bello di essere una tartaruga è che delle convenzioni sociali m'importa il giusto, ovvero niente. Il capodanno non lo festeggio, sono in letargo, mentre la mia controparte umana quest'anno ha finalmente compiuto un'azione sensata, trascorrendolo come una serata qualunque, solo rientrando a casa prima del solito e andando a letto alle una, invece di fare l'insonne tutta la notte o coricarsi alle tre. Sono orgogliosa di lei, una serata al pub con due amici ben scelti (le uniche due persone rimaste sole che non ci tenevano a restarlo per forza), qualche sbuffo per i petardi e l'amara constatazione che ormai in giro ci sono più venditori di rose che galantuomini e spacconi disposti a comprarle. Spumante fu una pinta di Mc Farland, la birra che berrei anche io, se non fossi una tartaruga. Sul tavolo anche il sidro, come impone la terza regola della casa del sidro: onora il capodanno con vero sidro di mele. Sono stata pure fortunata, gli amici scelti a caso erano una molto simpatica e d'indiscussa intelligenza l'altro assai affascinante e interessante, tra l'altro è l'inventore di almeno una specie animale. Il 2013 è iniziato contro le nostre aspettative.
Abbiamo creduto alla profezia sulla fine del mondo e ci siamo disfatte di una marea di utensili indispensabili, abbiamo inoltre dato fondo alle scorte alimentari, liquide e vinicole evitando di fare la spesa negli ultimi mesi e ci siamo anche disinteressate di tutte le attività in pendenza, per quante possa averne io che, essendo una tartaruga, non faccio assolutamente niente. Come trascorreresti le giornate, sapendo che il mondo finirà entro la settimana? Ci siamo chieste. Come sempre, la pressione e l'impellenza ci hanno imposto di rispondere a caso, con le prime parole che ci sono venute in mente. Erano le 12 ed eravamo sveglie da sei ore, a digiuno dalla sera prima. Tutto quello che siamo state in grado di dire è stato "biscotti". "Vuoi passare una settimana mangiando biscotti?". "No - ho risposto io, la tartaruga, che non so masticarli - io non li mangio, non posso!". "Allora li vuoi preparare! Ho capito, mi sembra un'idea magnifica per addolcire a tutti quest'apocalisse!"

Concludo con un pensiero fresco di questa mattina: quelli come me segnano la fine dei galli. Quasi ogni mattina il chicchirichì mi trova ancora desta, magari intenta a scrivere qualche facezia, altrimenti a leggere un libro o a studiare, se non a correre. A Natale ero dai miei e potevo sentire un galletto in carne e ossa a un centinaio di metri da casa nostra, mentre a casa mia, un po' più tardi, suona ripetute volte la sveglia del mio coinquilino, che riproduce il verso dello stesso animale. Per me è inutile, lo aspetto desta. Un sacco di altra gente sceglie Oppure potremmo diventare noi la sveglia dei galli, in fondo loro devono essere puntuali nell'intonare il loro bel canto rompisogni, ma chi si occupa di svegliare loro?
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