"Buongiorno, la chiamo dall'istituto XXX per chiederle di rispondere a un'indagine a fine statistico, essendo stata selezionata come parte di un campione di 5000 persone."
"Dica."
"Vogliamo sapere se ritiene che gli zainetti dei suoi figli siano troppo pesanti e possano danneggiare le loro schiene."
Mi prendo un momento. Respiro. Ci sono, non la manderò da nessuna parte a svernare, le risponderò come se avesse fatto una domanda degna del mio tempo. Sono pur sempre una persona educata, o perlomeno una persona. Sprizzo di umanità da tutti i pori, tranne da quelli occlusi dallo smog dei miei anni vissuti lungo l'autostrada vicino a Firenze, ove, per la cronaca, non facevo niente di quello che si vede talvolta fare nelle piazzole di sosta autostradali, ma vivevo, in una casa come tante, anzi piuttosto bella, con il portico di pietra.
"Sarò lieta di rispondere al suo interessante sondaggio, signorina…?"
"Matilde."
"Matilde, complimenti, ha un bellissimo nome."
"La ringrazio, è molto gentile." ride.
"Scommetto che ha anche dei begli occhi, Matilde, si capisce dalla sua voce. Mi permetto di invidiargliela un po', sa?"
"Oh, questo non me l'aveva mai detto nessuno!"
"Mi rincresce. Vede, cara, donne speciali come lei dovrebbero concedersi solo a uomini degni delle sue qualità. Ora, io non la conosco, ma l'ho sentita parlare e il tono non inganna: lei è cortese e di buon cuore. C'è di più. Credo che lei sia molto intelligente, colta e ricca di interessi. Sbaglio?"
"Beh, lei mi confonde, ma sì, mi interesso di molte cose…la moda, per esempio."
"Deve avere anche stile, di solito non sbaglio su questo."
La conversazione comincia a darmi gioie che non mi aspettavo da un ordinario giorno di lavoro per altro freddo e piovoso nonostante sia estate. Da tempo desideravo testare con mano quanto sia facile mandare in brodo di giuggiole una donna, circuirla con i complimenti, rendersi conto che alla fine è vero che basta provarci con impegno per spuntarla, e qui non mi riferisco alla seduzione a scopo sentimentale o sessuale, ma a quella a scopo manipolatorio. Fai delle persone quello che vuoi, porta il discorso dove desideri tu, anche se ad avviarlo è stato qualcun'altra e questa persona ha un obiettivo ben preciso ed è pagata per raggiungerlo. Fai perdere tempo a chi lavora. Tutto ciò è davvero gratificante.
"Ah ah, stile, sì, mi so vestire, diciamo."
"Immagino, immagino." Sarei tentata di chiederle cosa indossa adesso, ma temo di mettermi a ridere. Risponderebbe, non ho dubbi.
"Senta - dico, preparandomi al colpo da maestro - torniamo allo scopo della sua telefonata. Mi rincresce dover tagliar corto, parlerei con lei tutto il giorno ma mi aspettano per una riunione. Se non le dispiace comincerei io con una domanda."
"Certo, sono a sua disposizione."
Idiota. Ci credo che quelli qualificati non trovano lavoro, guarda chi glielo frega!
"Cerchi di mettersi un attimo nei panni di un giornalista, per quanto le stiano bene i suoi."
"Ah, grazie!"
"Si figuri, ecco, provi di calarsi nel ruolo. Lei è una giovane giornalista, siede alla sua scrivania e cerca una notizia per la pagina economica. Le servono numeri, magari i risultati di una bella indagine appena pubblicata e…cosa trova?"
"Cosa trovo?"
"Un sondaggio su cosa pensano i genitori del peso degli zainetti dei loro figli. Chi se ne frega, penserà lei, che per essere giornalista dovrà aver passato l'esame di cinismo o avere il patentino di "Natural Born Cinic". Cercherà altro, ma poi il direttore riceverà una telefonata e le ordinerà di pubblicare i risultati di quella ricerca del cavolo, integrati con qualche considerazione. "I genitori in rivolta dicono basta alle schiene doloranti, il dramma degli studenti asini, non perché ignoranti, ma perché camminano carichi come ciuchi. Ecco i danni che potrebbe procurare una camminata di novanta metri dalla macchina del papà all'ingresso della scuola su un giovane di tredici anni moderatamente attivo e che non mangia curry.All'interno l'approfondimento: l'ultimatum, i genitori russi avvertono: abbiamo il consiglio di classe. L'arma che fa tremare il mondo, l'organo più crudele e tenace pronto a sferrare l'attacco." Sono stata forse un poco prolissa, ma mi premeva illustrarle un fenomeno che in tre parole non è altro che la morte del giornalismo. Lei, quando mi fa domande come quella di prima sui suoi zainetti del cavolo, senza nemmeno aver avuto la delicatezza di chiedermi se ho figli, se ho zainetti, se sono maggiorenne, fa un attentato al giornalismo. Oltretutto io sono una tartaruga, mi porto la casa sulla schiena da tutta la vita, crede che mi facciano pena i ragazzini che devono portare tre libri e un vocabolario due volte al giorno per una manciata di minuti, su uno zaino ergonomico, tra l'altro? Ora mi scusi ma devo andare, è stato un vero piacere conoscerla."
"A…a…arrivederci!"
"Dica."
"Vogliamo sapere se ritiene che gli zainetti dei suoi figli siano troppo pesanti e possano danneggiare le loro schiene."
Mi prendo un momento. Respiro. Ci sono, non la manderò da nessuna parte a svernare, le risponderò come se avesse fatto una domanda degna del mio tempo. Sono pur sempre una persona educata, o perlomeno una persona. Sprizzo di umanità da tutti i pori, tranne da quelli occlusi dallo smog dei miei anni vissuti lungo l'autostrada vicino a Firenze, ove, per la cronaca, non facevo niente di quello che si vede talvolta fare nelle piazzole di sosta autostradali, ma vivevo, in una casa come tante, anzi piuttosto bella, con il portico di pietra.
"Sarò lieta di rispondere al suo interessante sondaggio, signorina…?"
"Matilde."
"Matilde, complimenti, ha un bellissimo nome."
"La ringrazio, è molto gentile." ride.
"Scommetto che ha anche dei begli occhi, Matilde, si capisce dalla sua voce. Mi permetto di invidiargliela un po', sa?"
"Oh, questo non me l'aveva mai detto nessuno!"
"Mi rincresce. Vede, cara, donne speciali come lei dovrebbero concedersi solo a uomini degni delle sue qualità. Ora, io non la conosco, ma l'ho sentita parlare e il tono non inganna: lei è cortese e di buon cuore. C'è di più. Credo che lei sia molto intelligente, colta e ricca di interessi. Sbaglio?"
"Beh, lei mi confonde, ma sì, mi interesso di molte cose…la moda, per esempio."
"Deve avere anche stile, di solito non sbaglio su questo."
La conversazione comincia a darmi gioie che non mi aspettavo da un ordinario giorno di lavoro per altro freddo e piovoso nonostante sia estate. Da tempo desideravo testare con mano quanto sia facile mandare in brodo di giuggiole una donna, circuirla con i complimenti, rendersi conto che alla fine è vero che basta provarci con impegno per spuntarla, e qui non mi riferisco alla seduzione a scopo sentimentale o sessuale, ma a quella a scopo manipolatorio. Fai delle persone quello che vuoi, porta il discorso dove desideri tu, anche se ad avviarlo è stato qualcun'altra e questa persona ha un obiettivo ben preciso ed è pagata per raggiungerlo. Fai perdere tempo a chi lavora. Tutto ciò è davvero gratificante.
"Ah ah, stile, sì, mi so vestire, diciamo."
"Immagino, immagino." Sarei tentata di chiederle cosa indossa adesso, ma temo di mettermi a ridere. Risponderebbe, non ho dubbi.
"Senta - dico, preparandomi al colpo da maestro - torniamo allo scopo della sua telefonata. Mi rincresce dover tagliar corto, parlerei con lei tutto il giorno ma mi aspettano per una riunione. Se non le dispiace comincerei io con una domanda."
"Certo, sono a sua disposizione."
Idiota. Ci credo che quelli qualificati non trovano lavoro, guarda chi glielo frega!
"Cerchi di mettersi un attimo nei panni di un giornalista, per quanto le stiano bene i suoi."
"Ah, grazie!"
"Si figuri, ecco, provi di calarsi nel ruolo. Lei è una giovane giornalista, siede alla sua scrivania e cerca una notizia per la pagina economica. Le servono numeri, magari i risultati di una bella indagine appena pubblicata e…cosa trova?"
"Cosa trovo?"
"Un sondaggio su cosa pensano i genitori del peso degli zainetti dei loro figli. Chi se ne frega, penserà lei, che per essere giornalista dovrà aver passato l'esame di cinismo o avere il patentino di "Natural Born Cinic". Cercherà altro, ma poi il direttore riceverà una telefonata e le ordinerà di pubblicare i risultati di quella ricerca del cavolo, integrati con qualche considerazione. "I genitori in rivolta dicono basta alle schiene doloranti, il dramma degli studenti asini, non perché ignoranti, ma perché camminano carichi come ciuchi. Ecco i danni che potrebbe procurare una camminata di novanta metri dalla macchina del papà all'ingresso della scuola su un giovane di tredici anni moderatamente attivo e che non mangia curry.All'interno l'approfondimento: l'ultimatum, i genitori russi avvertono: abbiamo il consiglio di classe. L'arma che fa tremare il mondo, l'organo più crudele e tenace pronto a sferrare l'attacco." Sono stata forse un poco prolissa, ma mi premeva illustrarle un fenomeno che in tre parole non è altro che la morte del giornalismo. Lei, quando mi fa domande come quella di prima sui suoi zainetti del cavolo, senza nemmeno aver avuto la delicatezza di chiedermi se ho figli, se ho zainetti, se sono maggiorenne, fa un attentato al giornalismo. Oltretutto io sono una tartaruga, mi porto la casa sulla schiena da tutta la vita, crede che mi facciano pena i ragazzini che devono portare tre libri e un vocabolario due volte al giorno per una manciata di minuti, su uno zaino ergonomico, tra l'altro? Ora mi scusi ma devo andare, è stato un vero piacere conoscerla."
"A…a…arrivederci!"
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