Dal Corriere della Sera (Enzo Riboni) - L’impatto della crisi non ha falcidiato gli stipendi dei neolaureati. Anzi, ad eccezione delle retribuzioni in ingresso nei settori del commercio e servizi, i giovani con la laurea specialistica se la passano meglio che nel 2008. E’ quanto emerge dall’indagine annuale sui neolaureati appena conclusa dall’associazione di direttori del personale Gidp.
Secondo i responsabili delle risorse umane, il più avaro è il comparto metalmeccanico che, nel 2009, retribuisce all’ingresso un laureato quinquennale con 21.610 euro lordi l’anno (1.230 euro netti al mese per 13 mensilità), circa 300 euro in più dell’anno precedente. I laureati «magistralis » che entrano nel commercio/ servizi toccano invece subito quota 21.750 euro, ma stanno sotto di circa 1.200 euro rispetto alla media del 2008.
I PIU' GENEROSI- Migliori sono le performance retributive del chimico/ farmaceutico e del credito, rispettivamente con 25.762 euro lordi l’anno (23.704 nel 2008) e 26.000 euro (24.573). Due dati, questi ultimi, che tradotti in stipendi mensili netti al primo impiego, diventano in entrambi i casi circa 1.400 euro, confermando la maggior generosità retributiva di questi settori produttivi. «Ci sono ragioni specifiche che rendono più munifici questi due comparti — spiega il presidente di Gidp Paolo Citterio —. Nel chimico il peso della parte retributiva sul costo del prodotto è molto minore di quello degli impianti e ciò lascia spazio a stipendi più alti già in ingresso. Il credito, invece, negli ultimi due anni ha ridotto notevolmente il numero di addetti e quindi, per attirare i giovani più validi, può giocare sulla leva retributiva ».
MA, IL POSTO E' FISSO?- La stabilità degli stipendi, tuttavia, non si traduce nella garanzia di un posto fisso. I direttori del personale, infatti, nel 39% dei casi preferiscono inserire i neolaureati quinquennali (erano possibili due risposte) attraverso stage o tirocini, contratti a tempo determinato (25%), apprendistato professionalizzante (10%), contratti di inserimento (10%) o interinali (4,4%), contratti a progetto (3,7%). Solo una volta su 13 (8%), invece, optano per i contratti a tempo indeterminato.
LE LAUREE PREFERITE- Nella scelta della durata dei suoi studi, poi, un giovane deve tener presente del gradimento molto scarso dimostrato dai capi delle risorse umane per le lauree triennali, preferite solo dall’1% degli interpellati contro il 71% che vuole la laurea specialistica e il 22% che si dice «indifferente». Le lauree preferite sono infine sempre economia e ingegneria, con quest’ultima gettonata soprattutto nelle specializzazioni meccanica e gestionale.
Enzo Riboni
Corriere della Sera
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Questo dovrebbe incoraggiare ad andare fino in fondo con le nostre carriere universitarie. Un altra considerazione confortante è data dalla ciclicità dell'economia. Le crisi non sono eterne e al loro attenuarsi gli spiragli di opportunità s'infittiscono. Un aumento della fiducia sarà di certo importante per invogliare ad assumere. E ricordiamoci che accettare un impiego di ripiego - scelto con intelligenza - non significa rinunciare al proprio sogno, ma solo arricchire la nostra esperienza ed impegnarsi verso il nostro obiettivo. Chi è davvero determinato ce la farà. Se non in tempi brevi, in futuro.
Claudia
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