Giorno 10: la mia giornata e la mia vita sono state cambiate da una scoperta di proporzioni gigantesche, anzi. Di 40 metri quadri. Oggi ho corso 10 km e le due affermazioni sono concatenate. Ho corso ma, attenzione, non inveitemi contro: sono rimasta a casa mia, senza uscire. E non ho seicento euro da investire in un tapirulant (anzi, visto che lavoro nel turismo e non vedrò un centesimo sino a che questo virus non sarà debellato e dimenticato, se volete spedirmi regali di qualsiasi tipo, contattatemi in privato). Ho un'altra cosa però. La chiave. La chiave del tetto del palazzo. La chiave di una felicità, la mia. Che, signori, è anche la rivalsa di tutti quei runner contro cui inveite a caso sui social in questi giorni. Da drogata di corsa e amica di tanti maratoneti e corridori appassionati, ho notato che chi pratica sul serio, in questi giorni o rinuncia del tutto o ripiega sugli allenamenti casalinghi. Io stessa, che giuro corro anche a Natale, arrivando a pranzo quando antipasto e primo sono già fossili, non correvo da diversi giorni. Quelli che vedete fuori, in tuta d'acetato, il materiale classificato come il male per eccellenza, non facevano una corsa dagli anni della scuola, cui risalgono pure le suddette tenute, responsabili prime del puzzo di sudore in aula dopo l'ora di educazione fisica. Mi espongo addirittura con un video, per dare sostanza alla mia gioia e alla mia soddisfazione: sono un genio. Non solo la superficie permette di correre anche a lungo, ma la corsa assume una sua straordinarietà. Vista dalla sommità del palazzo, Grosseto è una città tutta nuova. Da un lato si vedono i tetti, anche quelli del centro, il Sacro Cuore, il Duomo. Dall'altro si indovina il luccicare del mare, c'è Castiglione che declina dolcemente verso la costa e poi, più in là, Montecristo. L'aria è fresca, pulita, sa di birra fresca d'estate.
Sapete invece cosa non ci sono? Le persone! Niente sguardi storti, niente pedoni preoccupati di schivarti (giustamente) come fossi un appestato, niente carabinieri cui spiegare perché sei fuori. Nessun vecchietto che ti guarda il petto e sorride snocciolando un commento quantomai inopportuno. Quasi quasi corro qui anche dopo la fine della quarantena...
Per correre sul tetto non devo compilare nessun modulo. Mi fa sentire libera, come se non ci fosse nessun divieto. Posso intrattenermi quanto voglio, tanto nessuno, nel mio palazzo mi raggiungerà. Al massimo quelli dell'ultimo piano, per i quali spero che il tetto sia bello spesso.
Vi amo tutti. Ho corso.
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