Giorno 19: oggi è suonato il campanello. Fenomeno a dir poco raro, di questi tempi. Sguardi grevi di panico sono rimbalzati per la casa. Ho immaginato fosse la Polizia, oppure gli inquilini dell'ultimo piano, imbestialiti dopo che gli ho pesticciato sul tetto per oltre due ore stamani. Tra i due, decisamente preferibile la pula. Mia mamma ha preso il citofono. "Chiii??? No, non ho visto un signore basso." "Mamma, veramente quello di sotto è bassino..." "No, guardi, qui non c'è nessun signor Porcospino, arrivederci". E giù. "Mamma dici che erano ladri di appartamento?" le ho chiesto, fiutando lo scoop del sabato. Proprio oggi sul giornale ho letto che non ci sono più furti, ora che siamo tutti fissi di piantone e mi sono chiesta come facciano a mantenersi, i rapinatori professionisti. Ci fiondiamo in terrazza, pure mio padre, che di solito lascia la sua postazione di controllo della televisione solo per motivi gravi tipo la figlia rimasta chiusa sul tetto. Dall'alto, le teste roteanti dei vicini hanno reso evidente la capillarità della ricerca del signor Porcospino. "Ha suonato anche a voi?" chiedono i signori a sinistra "Ma chi è questo?"grida l'inacidita del quinto piano "Tu lo conosci, 'sto Porcospino?" chiede la signora accanto a noi, due lauree e un dottorato. "Ho sentito sbattere, chillo è entrato!" esclama la signora investigatrice, quella che mi ha trovata sul tetto. "È perchè non state attenti a chiudere la porta, rimane aperta, quando sembra chiusa" (fa una signora precisa e vagamente polemica che lasceremo anonima e NON è mia mamma, a cui viglio tanto bene. "Ha detto che cercava un signore basso, gli ho detto che io sono basso" conclude il signore di sotto. In strada, appare un tizio, che si ritrova dieci paia di occhi addosso, occhiali esclusi. Ci guarda, lo guardiamo. Io e mia mamma scoppiamo a ridere, il resto della palazzina rimane guardingo. Nel dubbio, il tizio va a suonare altri campanelli a caso. Tutto sommato lo ammiro, che bel passatempo il suo, anche se alle 16 io pranzo e mi si sono freddati i finocchi per colpa sua. Stasera ho fatto una cosa brutta brutta e sono andata nel prato davanti al palazzo, dove a volte va della gente a portare i cani. Solo che io il cane non ce l'ho, tranne Bobby, che è di pezza, ma per una volta volevo fare una telefonata senza che se mi sentisse o tutta la famiglia o tutto il palazzo (ho provato sulle scale ed è uscita una signora a chiedermi di stare zitta). Ero entro i 200 metri da casa e non ho incontrato nemmeno un cane, però ho visto la luna e una stella.
A volte mentre leggo i capolavori dei grandi del secolo scorso, mi chiedo come se la passi la loro progenie. Certi talenti potrebbero anche essere genetici e forse un giorno ci troveremo tra le mani un bel romanzo di avventura firmato dal pronipote di Bulgakov o vedremo in classifica i nomi Kipling e Orwell . Di nuovo. Del resto, se fossi la discendente di Juri Gagarin, m’interesserei di astronomia e se invece tra miei avi ci fosse stato, mettiamo, Temistocle , non avrei accantonato la matematica alle prime difficoltà liceali. La storia familiare può anche non influenzarci, ma tende a farlo quando i nomi che ci hanno preceduto sono altisonanti. Per questo mi è sembrata un’idea carina quella di fare una piccola ricerca sugli eredi degli scrittori più amati del secolo breve (che, lo ricordo per chi non lo sapesse, fu chiamato così guardando alle svolte epocali della storia, ritenendo che l’Ottocento fosse il secolo lungo in quanto è iniziato nel 1789 con la Rivoluzione Franc...
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