Giorno 24: oggi ho fatto amicizia con una ragazza simpatica. Sapete quelle persone con cui attaccate bottone per caso, in un crescendo di cose in comune, per poi avere la sensazione di conoscervi da sempre? Ecco, è andata così. Una persona dagli occhi magnetici, capelli folti e neri. Le servivano informazioni e io ero entrata alla conferenza stampa già al mattino, sapevo tutto. La cartella stampa era rossa come il suo tailleur. Se ne vedono di rado, donne giovani in tailleur. Viene fuori che ha fatto anche lei Media & Giornalismo. Abbiamo avuto tutte e due quel vetusto professore, ne ridiamo, e anche il professor Xxxxx, già il professor Xxxxx, però, il professor Xxxxx. Insomma, anche in quarantena, nascono belle amicizie e chissà che non si possa anche lavorare insieme! E no, invece, non si può. Mia mamma mi ha svegliata prima che ci scambiassimo i contatti, le goccioline, vai a metterti le gocce agli occhi. Non ho commentato, ma lei ha capito. "Che ho interrotto stavolta?"
In confronto a tante altre mattine, quasi niente. Non lavoravo per il Paris Soir, non ero a passeggio con la nonna, non firmavo copie del mio romanzo, non stavo intervistando Brad Pitt, non ero all'ultimo km della Maratona di New York, davanti a tutti, non stavo baciando Paolo Maldini, non ero lì lì per ricevere un Nobel.
Il giorno 24 di quarantena è iniziato come tanti altri, con la fine di un sogno.
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