Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2009

Città felici

La felicità non dipende dal posto dove ci troviamo. Vero, ma secondo me il luogo c'entra. Non posso credere che il fatto di vivere in una città che ci piace non abbia una buona influenza sul nostro umore, sulla nostra voglia di fare e di conseguenza di migliorare la qualità delle nostre vite. D'accordo, se ci sentiamo tristi e depressi neanche andare a vivere nella nostra città dei sogni ci sarà d'aiuto. Anche se penso che se un domani dovessi avvilirmi molto e trovare difficile continuare ad amare la mia vita, un tentativo di nuovi inizio a Parigi lo farei. Quando l'umore è medio, quando viviamo senza soffrire ma anche con una scarsa dose di entusiasmo, credo che invece possa essere in parte questione di ambiente. O almeno ho bisogno di poter sognare che la fuga altrove potrebbe riportarmi alle stelle. Sognare nuoce ancora meno di tentare.

Gli ungheresi e la vecchiaia che non arriva

Sin da quando sono atterrata la prima volta a Budapest ho osservato con attenzione l'elemento più affascinante della città, per me che sono italiana e non avevo mai vissuto in Ungheria. Mi riferisco agli ungheresi e soprattutto agli anziani. Un popolo che non ha paura del buio e non vuole incartapecorire davanti alla tv. All'una di notte cammino per la città, appena scesa dalla navetta che mi ha traghettato dall'aeroporto a Budapest. Fa piuttosto freddo, ma c'è molta vita. Oltre a studenti e turisti, ci sono molte persone - ungheresi - sopra ai 60, dall'aria energica e l'abbigliamento moderno che camminano tranquille nella notte. La mia vita in città comincia e ogni sera quando torno dall'ufficio posso sentire i miei anziani vicini chiacchierare, di solito a voce alta. A volte ci sono le tv accese e in questo caso le persone parlano a voce più alta, così da sovrastare il volume degli apparecchi televisivi. Di frequente li sento urlare con toni poco gentili e

Goodbye muro!

Il muro di Berlino non c'è più da 20 anni ormai. Ieri, 9 novembre 2009, la capitale tedesca ha celebrato l'anniversario della caduta di quel simbolico confine che rappresentava, con la concretezza del cemento, la spaccatura del mondo in due parti. La Germania è rimasta divisa in due entità statali distinte per quasi 40 anni, dal 1949 al 1990. Da una parte la Repubblica Democratica, nella sfera sovietica, dall'altra quella federale, ottenuta riunendo le zone d'influenza di Stati Uniti, Francia ed Inghilterra. Il mondo stesso era interessato da una spaccatura scricchiolante, quella tra l'Est dell'Unione Sovietica e l'ovest degli Stati Uniti. Due potenze in grado di far saltare in aria interi paesi, perchè entrambe in possesso della micidiale bomba atomica. Berlino, in quei decenni, rimase fisicamente divisa da un muro di oltre 155 km, che fu inizialmente costruito con del filo spinato e poi fortificato. Per ricordarlo mi avvalgo del bellissimo film tedesco &qu

Dopo Halloween: sapete chi è Dracula?

Halloween è passato e anche quest'anno il Conte Dracula può sentirsi onorato dall'alto numero di persone che hanno scelto di travestirsi in modo da assomigliargli. Forse anche ad alcuni di voi che mi state leggendo è capitato di indossare degli aguzzi canini posticci e un bel mantello nero e rosso per passare una serata da falsi bevitori di sangue. Quanti di voi conoscono la leggenda di Dracula? Forse pochi, di certo non tutti. In caso vi interessi, vi racconto quello che ne so io. L'Impalatore Il personaggio del conte, prima di tutto, è ispirato ad una figura reamente esistita, quella del principe della Valacchia Vlad II vissuto nel XV secolo, morto appena 35enne nel 1476. Un principe molto crudele, detto l'impalatore, che con metodi davvero ortodossi riuscì a mantenere la Valacchia indipendente dal dominio dei Turchi Ottomani, difendendo la cristianità del luogo. Gli ottomani erano ortodossi e tra le loro tradizioni vi era quella di impalare i loro nemici, usanza

Indagini sui neolaureati

Dal Corriere della Sera (Enzo Riboni) - L’impatto della crisi non ha falcidiato gli stipendi dei neo­laureati. Anzi, ad eccezione delle retribuzioni in ingresso nei settori del commercio e servizi, i giovani con la laurea specialistica se la passano me­glio che nel 2008. E’ quanto emerge dall’indagine annuale sui neolaureati appena conclu­sa dall’associazione di diretto­ri del personale Gidp. Secondo i responsabili del­le risorse umane, il più avaro è il comparto metalmeccani­co che, nel 2009, retribuisce all’ingresso un laureato quin­quennale con 21.610 euro lor­di l’anno (1.230 euro netti al mese per 13 mensilità), circa 300 euro in più dell’anno pre­cedente. I laureati «magistra­lis » che entrano nel commer­cio/ servizi toccano invece su­bito quota 21.750 euro, ma stanno sotto di circa 1.200 eu­ro rispetto alla media del 2008. I PIU' GENEROSI- Migliori sono le perfor­mance retributive del chimi­co/ farmaceutico e del credito, rispettivamente con 25.762 euro lordi l’anno (23.704