Ricordo sempre con piacere il periodo in cui ho frequentato delle lezioni di Yoga. Medito spesso di riprendere ad andarci, avevano il grosso pregio di farmi concentrare in un'unica ora settimanale tutta la rabbia accumulata nei giorni precedenti. Senti il tuo corpo , esortava l'insegnante che non conosceva l'uso delle scarpe. Eccome se lo sento, pensavo io, tutta un ribollire di voglia di muovermi, di colpire in faccia qualcuno, di urlare nel silenzio innaturale di quel locale, di esclamare che è maleducazione stare scalzi in una stanza piccola in tanti, non è igienico. Rischiò la pelle, quella bella epidermide abbronzata al sole dell'India dove gli insegnanti di discipline orientali vanno insieme ai vegani, agli ascetici e alle femministe, tutte varianti dello stesso tema, mancano solo gli studenti di sinistra, anzi a pensarci meglio ci vanno anche loro, di solito, e tornano ché i loro volti smagriti dalle droghe sembrano asciugati dal digiuno imposto dalle Indie,
NB: è tutto inventato a questo mondo. Figurati su questo blog.