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Visualizzazione dei post da 2011

Il punto. I libri che mi sono piaciuti di più quest’anno (e tra parentesi il posto dove li ho letti)

Per la categoria libri che mi hanno fatto ridere, tra i super consigliati “Le particelle elementari” di Michel Houellebecq (treno, in Italia), anche se non è un libro per tutti, così come “Nuovo sesso cow girl” (a Budapest) del sempre geniale Tom Robbins. Spostiamoci su qualcosa di più romantico e  meno irriverente con “Kafka sulla spiaggia” (a Milano) di Murakami Haruki, gentile prestito della mia dolce compagna di blog Iasmin. Il libro che mi ha fatto viaggiare? Senza dubbio “Viaggio premio” (letto un po’ a Budapest, un po’ sul mare, in Toscana), mio primo incontro con il grande Julio Cortázar e appetitoso incrocio di personaggi che, credetemi, sono dei veri gioielli della letteratura. Voglia di un viaggio metafisico? Il miglior successo di Cortazár, “Il gioco del mondo” (Milano),   mi ha donato (al prezzo di otto dracme europee) cinque giorni di meravigliosa confusione mentale. Incantevole "L'ora di pietra" (Milano) di Margherita Oggero, una storia italiana,

Grosseto 2030: rapporto sullo stato della città

Grosseto, 2030. La cittadina toscana ha mantenuto alta la sua reputazione di centro all'avanguardia nella tecnologia, nello sfruttamento del turismo e nelle politiche a favore dei giovani. Attualmente sono ben 2 ogni cinque anni i neolaureati che scelgono di restare nel capoluogo maremmano, cui si devono aggiungere gli oltre 3 studenti che ogni due anni in media optano per una carriera a Grosseto. Una città di giovani e per i giovani, come sempre. Ricordiamo che in tanti anni sono stati appena due i locali notturni a chiudere i battenti e entrambi molto piccoli. La discoteca Gasoline , che per dimensioni faceva concorrenza all'Eden, nei pressi della stazione centrale (quali altre ci sono?!?) la cui vicenda travagliata l'ha portata prima a cambiare nome e poi ha chiudere del tutto è stata presto dimenticata, tanto che non ne rimangono tracce nemmeno nel web. Più sofferta la fine del Baracoa, locale a tema piratesco sito nella bellissima zona industri-artigianale grossetana

La notte dei vorrei

"Ci risiamo, puff!" pensa la stella. Tra poche ore il cielo si farà buio e dovrà scegliere il momento per il grande tuffo. Fin lì, tutto andrà bene. Cadere le piace. Quel leggero senso di vertigine, la velocità che cresce tanto da far salire l'adrenalina persino a lei, a una stella, il fresco portato dal vento dalle compagne in picchiata a pochi milioni di chilometri di distanza...e quel magnifico panorama in movimento. Poi arriva la prima, subito seguita da un'altra. Per una manciata di secondi sono sostenibili, anche se irragionevoli e mastodontiche. Si mantengono tali finché non raggiunge punti visibili da quei premeditati ritrovi di creduloni illusi, per lo più composti da gente che ha deciso di allontanarsi per qualche ora dalla sala lotto-matica, per tentare la fortuna in modo più economico, ma non meno poco intelligente, per essere gentili. Talvolta le piacerebbe fermarsi ad ascoltare. Alcune richieste arrivano da anime belle e dolci, molto disilluse e anzi b

Post Budapest

Budapest non è una città semplice da lasciare. Il lato positivo è che questa magnifica città è in grado di far nascere ricordi duraturi e preziosi, che non fanno male. In qualche modo, la nostalgia verso Budapest non è mai lancinante. Forse perchè dentro di me, so che con Budapest non è del tutto finita . Strano come un posto che non ha niente a che fare la mia storia di famiglia, dove non ho legami amorosi, nè un gruppo compatto di amici, mi sia entrato dentro in questo modo. Budapest non è più una città molto diversa dalle cittù più occidentali, a oltre vent'anni dal crollo dell'Unione Sovietica il comunismo è un lascito smaltito, anche se non tutti l'hanno digerito. Dire che è una città simile alle altre però sarebbe un errore grave. Tutto è diverso. La colazione la mattina non si può fare al bar , concedendosi quel lusso che noi italiani tendiamo a goderci come occasione di socializzazione o piacevole inizio di un incontro di lavoro. Le brioche fresche ci sono, ma so

Budapest, addio ai ponti

Ponte rosso malinconico inizio di un giorno stanco per i poveri costretti al cemento. Vigore sprecato dei cani a passeggio sbadigli a chi ha dormito all'addiaccio, con la coperta anco r a tirata sul volto una maschera dalla vergogna . Attese apatiche di un treno nemico verso la condanna umana del lavoro. I mendicanti non si alza no ancora. Schiavi di abitudini libere dal progresso. Ponte verde Vite impregnate Di odorosa cannella Le lamentele la fretta I modi sgarbati i caffè la senilità. Ponte bianco tribù mescolate, rumore di accenti che fracassano l'uno contro l'altro ventiquattrore svelte e tecnologia popolare sottopassaggi sporchi pianole, monetine e bugie. A pochi metri un panorama un po' rassegnato,  in cerca di un prezzo per il suo vasto splendore Ponte grigio sicurezza di leoni turisti indifferenti alle vite scorrono intralciando ricordi d'amore Il castello sorride al Parlamento, la città vecchia sorveglia quella nuova. Ponte a freccia

Vite nuove: inventarsi per sopravvivere e salvare l'arte

Se la disoccupazione sale, la creatività cresce. Una curva matematica necessaria per i giovani d'oggi, ormai esperti nell'inventarsi nuove professioni , a partire dai loro interessi e con il supporto della tecnologia. Momenti di svago e vita professionale si fondono, i tempi si fanno fluidi con un doloroso addio alle otto ore lavorative. Gli amici diventano spesso contatti utili per diffondere i propri prodotti o servizi. In realtà, già in passato sono stati numerosi gli esempi di professioni intraprendenti e spesso coraggiose, dalla dog-sitter, alla ragazza-torta per i party per arrivare al mitico uomo-sandwich del film The Sandwich Man (1966), uno dei simboli dell'allora nascente cultura pubblicitaria. Si trattava tuttavia di fenomeni rari, lavori per superare un periodo difficile o per mantersi gli studi. Soprattutto erano professioni comunque legate a degli schemi abbastanza classici: si leggeva un annuncio su un giornale o una bacheca e si rispondeva, per poi lavo

tricarico-sole

Mille camomille

"Interessante come decidi di non funzionare a dovere proprio quando mi serviresti di più." dissi al mio cervello un sabato mattina di un mese che non vi interessa davvero sapere quale fosse, di cui non ho intenzione di dirvi il tempo atmosferico in quanto non aggiungerebbe nulla alla mia narrazione. "Guarda che sei tu a ragionare male, o meglio a tenermi a riposo." "Ammetto di non capire le tue parole. Sei tu che pensi, io agisco di conseguenza, cervello mio!". "Ti faccio un esempio, capirai meglio. Adesso stai dialogando con me, che sono il tuo cervello. Ammesso che questo abbia senso, perché lo fai parlando a voce alta? Credi che io abbia le orecchie?". "No, ma se lo desideri puoi provare le mie, funzionano fin troppo bene." risposi io, rischiando di divagare per vantarmi delle prodezze del mio udito, in effetti quasi prodigioso. Bene, adesso che ho accluso queste informazioni così poco essenziali ve lo dico. Era marzo, le nuvol

Il mio primo articolo su una rivista di moda

Elenco: cosa dovrebbero insegnarci a scuola se la scuola dovesse essere utile

Siamo ai tempi della scuola, anni di sbuffate potenti come monsoni. Li ricordo anche per la grande abbondanza di ore sprecate come fossero bucce d'aglio, lasciate cadere con noncuranza. Dovremmo andarci da vecchi a scuola, quando la vita sarà un tedio e la compagnia una rarità. Però ci andiamo da giovani, in teoria per imparare quello che ci serve a vivere come persone indipendenti, in pratica per imparare a leggere e poi dotarci di tutte le informazioni che la vita quotidiana non saprà darci. Così se vorremmo fare colpo su un ragazzo intellettuale potremmo far finta di ricordare che il filosofo Talete era anche un genio in geometria, ignorando quanto incerta sia l'attribuzione dei fantastici teoremi sui triangoli al filosofo greco. A questo punto una domanda sorge spontanea. O quasi. Impariamo tante nozioni, ma quasi nessuna di quelle fondamentali per apprezzare a pieno i Simpsons , perchè? Quante volte siamo costretti a ignorare la risata persa perché nel cartone animato de

Una stellina in più

Oggi in cielo vedo una stellina in più ha brillato tanto sulla terra ora è pallida e calda ha volato leggera con i capelli soffici gli occhi due gocce di bosco. Una quercia esile come uno stele robusto. Tu non sentivi, ascoltavi. Gli hai dato un secolo, quasi al mondo mancherai. Era il tuo momento ma al mondo mancherai lo stesso. Claudia Ps: grazie, ti porterò con me.

Numero Zero: East Journal diventa rivista gratuita su Est Europa

Numero Zero: East Journal diventa rivista gratuita su Est Europa Lunedì 03 Gennaio 2011 12:53 News - IT-HU Tags: Italia | Media East Journal, giornale online in italiano dedicato a società, politica e cultura dell'Est Europa al cui progetto aderisce anche Economia.hu, ha deciso di pubblicare in occasione delle feste di Natale e inizio 2011 il numero zero della sua rivista cartacea, ricca di speciali, approfondimenti, dossier e inediti, che potete leggere online in versione e-book o scaricare come pdf, cliccando sui link sottostanti. La redazione di Economia.hu suggerisce ai propri lettori questa interessante lettura, frutto del crescente impegno di una giovane redazione italiana in continuo viaggio nei paesi del centro-est Europa. Un successo, quello di East Journal, che negli ultimi mesi ha  raggiunto