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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Ti amo da zappare

E vabbé insomma ti amo, ora scusa ma ho da andare alla posta, mi chiude tra mezz’ora. Ti amo, non ho bisogno di una trama per raccontartelo. Bella questa, ce ne fossero di panzane così nei cioccolatini! Ti amo virgola, la virgola ci sta bene, basta ci sia un verbo prima e amare è un verbo, a meno che non si parli delle ciliegie.   Tutti lì che amano, amano, amano e nessuno sa che vuol dire (amore, a-ciliegie, amore, amaroni, ti amo anche ad Afragola). “Ciao che fai?” “Amo. Sto amando, non vedi?” “Sì, diciamo di sì, mi fai il pieno, intanto che ami, per favore?” Un poco strano, ma alla fine non è che se ti chiedo “che fai” e mi rispondi “menziono” è tanto più normale, quindi dai accettiamolo, amare, un verbo, un’azione, un percorso. Anzi, facciamo di più, mettiamolo nero su bianco, tutti, dalla nascita. “Buongiorno, lei come si chiama? Nghé anche lei, come quello di prima? Va bene, si vede che va di moda. Intende donare gli organi quando sarà l’ora? E l’amore lei come lo intende?”