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Reportage semiserio sul Salone di Torino


Finalmente sono andata al Salone del Libro di Torino!

La prima volta non si scorda mai, ma per prevenire eventuali "reset" della mia scatola cranica ho preferito scrivere un articolo. Vi invito a leggerlo su Mangialibri, la bellissima rivista letteraria dove ho la fortuna di scrivere le recensioni (surprise-surprise!). Spero soddisfi la richiesta del direttore, che voleva un "sapido resoconto".

Eccolo qui:

Reportage semiserio sul Salone di Torino

Su questo blog posso concedermi una breve pausa dal mio abituale sarcasmo per confessarvi che il Salone mi è piaciuto assai. Anche se dovrebbero imporre un test attitudinale per limitare l'accesso alle persone che leggono e sanno far di conto, con un'esenzione per i bambini che camminano dritto. Anzi, basterebbe che facessero un rapido check-up dei requisiti di saper vivere civile.

Per esempio, io il test lo strutturerei così:

- Siccome ci sono delle pubblicazioni  omaggio al Salone, ti senti in diritto di arraffare riviste patinate dall'aspetto evidentemente costoso e adagiate su scaffali simili a quelli di un'edicola, noncurante dell'addetto che ti trovi davanti e infastidito dalla sua arroganza nello spiegarti che "certo che quello signora può prenderlo, basta che me lo paghi"? Fuori dal Salone.

Fermata della Metropolitana "Lingotto", sabato 12 aprile 2012
- Tendi a indicare ogni persona minimamente conosciuta che vedi tra i padiglioni, dal sindaco di Frabosa Soprana (spero che non se ne abbia a male!) al povero Gramellini che al Lingotto ci ha praticamente vissuto per tutta la durata del Salone? Non tendi? Accesso al Salone consentito.

- Non resisti alla tentazione di un bel cono gelato piccolo e industriale al costo politico (nel senso che tutti i gelati costavano uguale) di 2 euro e 50 e lasci che il tuo mini-pargolo lo usi per spennellare una decina di libri che tanto la striscia viene fuori bianca visto che c'era solo la variante classica dei 58 gusti di cornetti del noto marchio che declina in 58 varianti qualsiasi gelato? Fuori dal Salone. E non andare in gelateria dove il gelato artigianale lo paghi 1 euro e 60 e lo gusti come si deve. No, tu vai al bar, prendi il cornetto e lo paghi 2 euro e cinquanta ANCHE SE COSTA DI MENO!


Tutto qui. Magna cum tolerantia (oppure magna un po' come te pare),

Claudia

Ps: questo era il post numero 100 e quasi quasi chiedo in prestito alla Ryan Air il jingle che trasmette nei suoi aerei quando atterrano in orario nonostante siano partiti in rovinoso ritardo. No, me lo farebbero pagare troppo e poi posso ritmarlo benissimo io a costo zero: pa-pa-rappà! Che bello che il centesimo post sia stato un meta-post, un post di mera pubblicità di un mio articolo, n'è vero? D'altronde il 2.0 è questo: fai un uovo, lo mostri in giro, poi lo metti in forno con gli spinaci e fai un altro giro, infine lo sistemi in un toast e aggiungi mozzarella fusa e lo lasci fuori dal frigo, in una stanza piena zeppa di disappetenti. Lo prenderanno, ti diranno "che bello, brava!", ma nessuno lo morderà. E se non lo mordete ora che è caldo fumante e fatto con ingredienti freschi, figuriamoci tra qualche giorno!

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