I cambiamenti ci vogliono, ce lo insegna il mondo: prima era tutto bello e pieno di prati verdi, ora è fatto per viaggiare, con tanto asfalto e un buon sapore di amianto.
Ho cercato di capire chi ha messo l’ornamento, per contribuire con la mia quota agli addobbi condominiali e sentirmi parte della comunità, e sai che cosa mi è venuto in mente? Che in tutta la mia vita non ci sono mai stata, a una di quelle cose lì. Mai stata. Né qualcuno ha mai notato la mia assenza, per santappianogentile! A un certo punto ti chiedi che ci stai a fare al mondo, per cosa lavori tanto se poi non hai il tempo di andare alle riunioni condominiali. Avessi partecipato avrei potuto sapere che avrebbero messo quel tondo di foglie rinsecchite, invece di stare a sbobinare i nastri di un povero ottantenne che ritiene di avervi registrato, negli anni Ottanta, un’intuizione fondamentale. Li trascrivo, mi paga. Questa mattina mi hanno svegliata di nuovo i colpi, ma per una volta non era la guerra mondiale e nemmeno la secessione. Ho fatto tre anni di cura per sentirmi dire che ho forti conflitti interiori e li traspongo in sogni bellici. Da sbellicarsi, millecinquecento euro per una frase a caso. Stamani erano botte vere, abbattevano un albero mezzo caduto per il vento. Ero sudata perché stavo sognando e di solito avere da fare anche mentre dormo mi stanca un sacco. E poi qualcuno aveva acceso la termocoperta e qualcun’altro inventato la termocoperta ed entrambi mi sono parsi esseri diabolici.
Era tutto un sogno strano, c’era persino il Papa. Con un telecomando bianco, credo fosse quello del mio Macbook, che infatti non trovo più da mesi, azionava le luci del nostro albero di Natale. Hanno una bella portata, gli aggeggi della Apple, anche se tra il Vaticano e Budapest alla fine non c’è da fare tanta strada, lo dico sempre anche a mia madre: ci mettevo più tempo quando stavo a Milano, ad andare a casa. No, non abitiamo in Città del Vaticano, ma il senso non è la mia prima preoccupazione, quando scrivo. Il fatto di passare l’ottanta percento del mio tempo con la penna in mano mi fa dubitare sul senso della vita. Il senso della vita, che bel modo di passare il tempo, il rifletterci. Si usa ancora? Casimiro, il mio muratore, dice di no. Nemmeno aspettando che la calce asciughi? Nemmeno. Se proprio, pensa al murare, come azione.
Uscendo di casa ho dato fuoco alla ghirlanda, ma non l’ho fatto a posta.
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