Giorno 25: oggi il capo della Protezione Civile, l'uomo dalle cui possenti labbra pendiamo in 60 milioni, ci ha dato il buongiorno anticipando che probabilmente ci faremo anche il primo maggio, a casa. Provando a immaginare il futuro difficile non evocare paesaggi lunari, scenari post apocalittici e risorse economiche da dopoguerra. Bene, molto bene. Un piede in un paese sull'orlo del tracollo economico, l'altro in una nazione che sceglie di farsi additare come dittatura, mi sento un po' persa, nonostante stia camminando in uno spazio limitato e ben chiuso, quel tetto con cui vi ho ingrossato delle parti basse già portate quasi al pavimento dalla quarantena. Oggi era il compleanno di mio padre. Sul tavolo con la colazione gli avevo scritto le opzioni per la giornata: andare al mare, pranzo al ristorante, cena al ristorante, passeggiata in un borgo, cinema o film in casa. Ha barrato l'ultima casella e così anche oggi siamo rimasti a casa.
Giorno 24: oggi ho fatto amicizia con una ragazza simpatica. Sapete quelle persone con cui attaccate bottone per caso, in un crescendo di cose in comune, per poi avere la sensazione di conoscervi da sempre? Ecco, è andata così. Una persona dagli occhi magnetici, capelli folti e neri. Le servivano informazioni e io ero entrata alla conferenza stampa già al mattino, sapevo tutto. La cartella stampa era rossa come il suo tailleur. Se ne vedono di rado, donne giovani in tailleur. Viene fuori che ha fatto anche lei Media & Giornalismo. Abbiamo avuto tutte e due quel vetusto professore, ne ridiamo, e anche il professor Xxxxx, già il professor Xxxxx, però, il professor Xxxxx. Insomma, anche in quarantena, nascono belle amicizie e chissà che non si possa anche lavorare insieme! E no, invece, non si può. Mia mamma mi ha svegliata prima che ci scambiassimo i contatti, le goccioline, vai a metterti le gocce agli occhi. Non ho commentato, ma lei ha capito. "Che ho interrotto stavolta?&qu